1. |
La mia band
03:09
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Ragazzi, qui ci vogliono i clap
I clap sono troppo indie
La mia band fa rock alternativo tendente all'indie
Ma con i piatti della batteria che devono suonare molto jazz
Io e la mia band andiamo spesso a locali
Ma solo per bere
Una volta mi dissero: “Ehi, hai una band che spacca proprio”
Ma poi mi accorsi che non parlavano della mia band
Alla mia band dicono spesso che suoniamo anni novanta
Un po' troppo Nirvana
Io e la mia band ci troviamo a suonare in un garage
Che abbiamo addobbato in stile minimalista
La mia band ha un contratto discografico con un'etichetta indipendente
Che ha sede in una soffitta
Io e la mia band abbiamo registrato un EP
La mia band ha un'agente di booking in zona Milano
Ma che ha contatti in tutta la Lombardia
Io e la mia band vorremmo essere un po'
Hippie, metal ed emo
Ma poi ci ritroviamo a saltellare
Forse per colpa della marijuana
La mia ragazza ha perso il pelo ma non il vizio
Proprio adesso, la Russia sta invadendo la Cina
Siamo usciti troppo presto questa sera
E non prestiamo più attenzione
Ci piacerebbe girare, girare, girare
Girare il mondo, le arene, i club
E le groupie che ti svegliano al mattino
Quando tirano l'acqua
Ma non lo so, la mia band è un po' sfatta
Non abbiamo concentrazione
Ci manca il focus sull'obiettivo
D'altra parte ci manca il singolone
E giriamo, giriamo, giriamo
Sicuramente ci manca il perché
E tutta l'arte che vedo non c'è
Mi allontano dalla festa con te
E tutta l'arte che vedo non c'è
E nemmeno... te
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2. |
Gli umori di te
02:58
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Sono contenta di essere infelice
Mi apro gli occhi e ti vedo così
Non c'è mai sogno, non c'è mai fine
Mi apro gli occhi e ti vedo così
Forse non è proprio legare sai
La tua noia mi spezza le redini
Mi accontento di baciarti sui tendini
E tu sì, e tu sì, e tu... sì
Sogno di uccidere l'attimo che
Brucia nel lasco di tempo che
Lascio e rilascio gli umori di te
Ti amo e non sei ripetibile
Non ho più legge
Non ho più palle
Volo sui treni
Delle dimenticanze
Raccolgo i miei pezzi di pettine
Sono quelli che sento più su
Non capisco le lame che meriti
Non sono più in alto di te
Mi piaci perché, mi balli cos'è
C'è poco da credere che sia com'è
Mi alzo sui tacchi, lucido riscatti
Limo le attitudini, le tue livree
Sogno di uccidere l'attimo che
Brucia nel lasco di tempo che
Verso l'universo i luoghi di te
Ti amo e non sei ripetibile
Sogno di uccidere l'attimo che
Brucia nel lasco di tempo che
Lascio e rilascio, i luoghi di te
Verso l'universo, gli umori di te
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3. |
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Lo spettacolo era orrendo
La pioggia saliva come nebbia per inamidare
I miei panni sporchi. Non riuscivo a collaborare
A questo scempio. La sua testa cadeva
Come senza gravità e non potevo fare nulla
Il vociare persistente delle nostre
Accuse mi faceva ribrezzo
Mentre il soffitto
Dei tuoi buoni propositi crollava
Aspettavamo in disparte
Che la nostra intimità fosse violata
Da qualche altro bambino in disuso
Che con la sua mala educación
Ci proteggesse dai ritorni di lucidità
Dalle passeggiate scomposte che soliti
Eravamo fare
Apri il tuo ultimo, occasionale bottone
E osservati nella nudità
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4. |
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Non svegliarmi questa mattina
Per andare a prendere il treno
C'è la neve acida e il freddo
Che mi apre tagli sulla faccia
Lasciami qui a prendere freddo
Nel mio letto malconcio
Mai rifatto come doveva essere
Voglio sentire ancora il mio odore
Ho il naso che cola
E sono senza fazzoletti
Ma quando andrai a comperarli?
Io lo sai che odio fare la spesa
Anche se saprei cosa comprare
Che senso ha avere un letto
Matrimoniale per dormici da soli?
E' tutto una questione di spazio
E di egoismo, i nostri egoismi
La nostra compiacente assemblea
Interna che ci dà sempre ragione
E pensare al futuro non è cosa
Da me, lo sapevi già, amico mio
Siamo corretti con il prossimo
E scorretti con noi stessi
Sappiamo come dovrebbe essere
Il mondo che vorremmo ma non
Facciamo nulla. Scappiamo
Dalle nostre colpe e dalle
Corruzioni, perchè è quello
Che sappiamo fare meglio
Ma quando ci fermeremo
A bere una birra insieme?
Quante domande mi farei e
Ti farei, che non so ancora
Mi sembrerà difficile
Proseguire per sentito dire
E quante cose non ci sono più
Che vorrei averle ancora
Tra di noi. In poco tempo
E' cambiato tutto, non è colpa
Dei nostri anni suppongo
Ma di quello che ci dice il mondo
Che va dall'altra parte
Rispetto a noi
Noi che avremmo voglia di
Non essere schiavi
Vorremmo abbracciarci senza
Risate e protestare senza
Fare del male. Ma questo non è
Possibile
La cattiveria ci impone di essere
Tutto ciò che sappiamo non
Essere giusto
E ora ci sorpassa quella macchina
Facciamo i fari perchè
Ci ha tagliato la strada
E per poco non veniamo presi a botte
Da un cinquantenne frustrato
Che ha perso dagli occhi il suo passato
Il suo presente compromesso
E il suo futuro inesistente
Ci hanno rubato i sogni, è triste
Tutto quello che credevi è svanito
Ci dicevano di studiare per
Prendere più soldi, per non fare la
Vita dei nostri genitori
Ora invidiamo la vita dei nostri genitori
E tu cosa speri?
Il mio mondo non è così
Vorrei vedere strade vuote
Non fare girare l'economia
Non viaggiare per lavoro
Non compromettere la dignità
Per pochi spiccioli
Le persone si uccidono
Per colpa dei soldi
Perchè così il mondo è pieno di piccoli
Ominidi che si incazzano per niente
Che bramano
Schiamazzando
E noi ci confidiamo nell'ombra
A chierici insolenti, che ci rinfacciano
Le nostre vite, come se volessero ammaliarci
Ma restiamo in disparte a osservare
La realtà, a impegnarci nel nostro piccolo
Crediamo che a piccoli passi si possa
Arrivare più in là
Ma poche volte ho compreso le regole
E altrettante le ho rispettate
E cerco un piccolo vuoto in cui avere ragione
E mi immagino rincorrendo
Una sfuocata effigie, un Dorian Gray malfatto
Che osserva il nostro scivolare inconsapevole
L'affanno è il nostro esempio
La nostra consapevolezza
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5. |
Quello che rimane
04:32
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Sai che la libertà
E' una gabbia cui non saprei
Come sfuggire
No, non saprei come uscire
Ma tu mi chiedi sempre
Sempre sempre quello che vuoi
Non mi vuoi avere così lo sai
La mia inquietudine sei tu
Abbiamo lasciato le case
Lasciato i bordelli
Abbiamo lasciato ogni cosa
Si attaccasse a noi
Abbiamo lasciato le scuole
Le cattedre; i chiostri
Li lasciamo alle suore
La disillusione ai nuovi antieroi
Abbiamo lasciato le discussioni
L'intelletto e le sue tentazioni
Riscosso successo solo di riflesso
Ché dopotutto resta tutto lo stesso
Abbiamo lasciato il lavoro
Non vendiamo il nostro tempo a loro
Abbandonate la sete e la fame
E' poca cosa quello che rimane
Lasciamo le piaghe, le carni e le ossa
Ché quelle stan bene anche dentro una fossa
La retorica, i modi eloquenti
Le righe mai storte, i ripensamenti
Le false amicizie, le conoscenze
Il corretto rispetto delle differenze
Abbiamo lasciato i diritti ai governi
Ai ricercatori, ai laureati, ai vermi
Abbiamo lasciato le fidanzate
L'amore tiepido che finge di amare
Lasciamo noi stessi ma lasciamoci vivi
Meglio da soli che di media infelici
Meglio soli che di media infelici
Meglio da soli che di media infelici
Meglio soli, meglio soli
Meglio da soli che di media infelici
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Lo-Fi Poetry Vicenza, Italy
Lo-Fi Poetry è un trio, in cui la voce recitante di Massimo Milan si appoggia scomoda alle chitarre di Federico Specht e Marco Matteazzi. Viene dal grunge anni 90, dal rock alternativo anni 00, dall’indie e dall’elettronica anni 10. Parla di realtà e di sogno: c’è la disillusione, l’ironia, la voglia di vivere, di scopare, di ballare, di morire. ... more
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